Legge elettorale e rappresentanza

Ho votato SI al referendum costituzionale, perché ho ritenuto che fosse una buona idea ridurre un po’ il numero di parlamentari, e perché la riforma non toccava altri aspetti della Costituzione, come invece accadde per altri due tentativi (Berlusconi, Renzi) avvenuti negli ultimi vent’anni. La vittoria del SI ha come conseguenza la necessità di rivedere la legge elettorale.

Ritengo che tale (ennesimo) rifacimento richieda tutte le cautele del caso. Storicamente i Cinque-stelle hanno una visione del parlamento come di  “burocrazia”, non del luogo dove si esercita il confronto, e quindi dal loro punto di vita il parlamentare è un mero esecutore della volontà popolare, espressa tipicamente tramite un software di voto… possibilmente scritto dalla Casalaggio & associati.
Uno degli ultimi articoli di Casaleggio, con annesso disprezzo del “partitismo” espone il concetto più chiaramente delle mie parole.

E’ uscito da poco una puntata del podcast di Francesco Costa che spiega in modo dettagliato come funzioni la democrazia americana, e che vi suggerisco di ascoltare. E’ diverso da come funziona in Italia ed in generale in Europa, e ha i suoi pregi:

https://www.spreaker.com/user/pianop/dcac-s04-e20

In soldoni in America chiunque può candidarsi, i candidati non sono scelti dai partiti e quello che conta sono i voti che prendi.

Il risultato è stato che la democrazia Americana è molto più sensibile ai cambiamenti della società, e i suoi parlamentari la rappresentano meglio. Inoltre i mandati durano solo due anni (contro i cinque nostri).

Il sistema è maggioritario, per cui si sfrondano i partiti minori e ci si polarizza.

I partiti ovviamente hanno il loro peso, posso finanziare i candidati e/o fornirgli lo staff o una buona parola del Presidente (se è della loro parte), ma i segretari dei partiti non hanno alcun potere effettivo (sono appunto dei semplici segretari).

Se pensate al potere che avevano persone come Craxi, o altri segretari Europei all’apice della loro carriera politica, capite l’enorme differenza con l’Europa, anche a distanza di anni.

Questo ci porta ad una riflessione profonda, del fatto che anche se con tutte le differenze del caso, un contatto ancora più diretto tra parlamentari è rappresentati è si da auspicare come chiedono i cinque-stelle, ma non pensando che i parlamentari siano dei “burocrati” il cui mero compito è di essere una cinghia di trasmissione passiva del frequente voto popolare.

I parlamentari in America sono gli attuatori della rappresentanza, e hanno una investitura più forte di quella che si dà al partito.