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Nei precedenti articoli abbiamo visto come creare un applicazione Java agile, evitando il blasone delle specifiche J2EE. Dopo aver valutato (scartandola) una soluzione 2-tier molto simile a quelle fattibili in PHP, ci siamo focalizzati su una soluzione basata su Spring.
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A Gioorgi.com abbiamo una sezione di ricerca e sviluppo, dove abbiamo la necessità di provare diversi tipi di ambienti in situazioni live: prova e ti riprova, abbiamo consolidato una certa esperienza in soluzioni Java Enterprise a “consumo ridotto”.
In questa serie di articoli (di cui state leggendo la seconda puntata) vediamo come ottenere un’ambiente Java leggero, LAMP-like che gira in una manciata di Megabytes…
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Introduzione
Quando Java nacque nel 1995, aveva parecchie frecce al suo arco, ma anche molta incertezza. Ricordo che in università fu accolto con favore dall’ambiente accademico, per le sue spiccate doti didattiche.
Java era più semplice da insegnare del C++, e aveva una libreria di base molto ben organizzata. Era già previsto l’uso della proto-annotazione “@deprecated” perché Sun sapeva che avrebbe dovuto far evolvere l’API, e questo evidenziava la cura e l’attenzione per l’organizzazione del lavoro del project management. Ai tempi Sun puntava sulle Java Applet e sugli aspetti di sicurezza, in cui Java eccelleva. Benché la vocazione di Sun fosse enterprise, ancora le specifiche EJB erano al di là da venire.
L’osservazione dei miei colleghi più scafati, che usavano PHP e Perl er ache Java era troppo pesante (in termini di memoria consumata) e lento (essendo interpretato) per i piccoli microcomputer da 12Mb che affollavano le nostre case.
Nel 2009, quattordici anni dopo, le cose sono cambiate e ora anche i pc di casa hanno sistemi a due processori e 4GB di RAM. Java è ancora lento e pesante ?
Vediamo come sviluppare applicazioni leggere e compatte in Java…
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La settimana scorsa si è formalmente concluso il percorso politico di Alleanza Nazionale.
Fini ha confermato che il leader del Partito delle libertà (PDL for friends) è sempre il Grande Silvio, affermando però che non bisogna lasciarsi andare al culto della personalità (un rischio già preso dai numerosi vassalli del Belusconismo…).
[Aggiornato!]
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Domenica sera ho seguito con interesse l’intervista a Romano Prodi, e c’è stata un’affermazione molto amara. Prodi, dopo essere stato premier per due volte, ha concluso che è venuto il momento di “dare spazio ai giovani”, e che quindi il rinnovo della sua tessera del PD non andrà interpretato come una nuova potenziale discesa in campo, anche se non ha nascosto che continuerà a fare una qualche forma di politica attiva all’interno del partito democratico.
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Avendo lavorato con diversi tipi di blog (drupal, wordpress, movable type) e wiki, ho avuto modo di scontrarmi spesso con i problemi legati all’uso delle categorie e dei tag. Spesso non si capisce la differenza, e l’uso che ne fanno i blogger meno esperti aumenta la confusione. Vediamo quindi che cosa sono le categorie ed i tag, come vanno usati e perché.
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Come sapete, Giovanni Giorgi si sposerà questio aprile. Per questa ragione, durante la primavera gli aggiornamenti previsti per Gioorgi.com riguarderanno soprattutto articoli preparati in anticipo, oppure aggiornamenti al viaggio di nozze.
Nonostante i molti impegni, siamo lieti di annunciare molte novità, che speriamo di vostro gradimento.
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Le dimissioni di Veltroni annunciate questo mercoledì fotografano un Italia tutta particolare:
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Silviare: sfruttare in modo strumentale un evento pubblico che ha un grande richiamo mediatico, per ottenere un risultato politico non direttamente correlato.
La vicenda di Eluana Englaro ha mostrato ancora una volta l'intelligenza e una capacità speciale del nostro primo ministro (Silvio Berlusconi). Il grande B ha sfruttato una vicenda personale (la sofferenza per una figlia in coma da venti anni) per porre sul tavolo la modifica della costituzione.Per arrivare a tanto, Silvio ha inscenato un tentativo di “salvataggio” utilizzando in modo strumentale un decreto legge. Il presidente della Repubblica Napolitano ha sollevato un dubbio di costituzionalità, bloccando di fatto un pasticcio. La conclusione è stata che Silvio ha potuto dire che “ci hanno impedito di salvarla”, ponendo sul tavolo una questione politica (“la costituzione va riformata”) che poco aveva a che fare con il caso umano (e lo strazio) che la vicenda di cronaca si porta dietro.
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