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Dopo quarant’anni, Tom Scott aveva finalmente raggiunto il successo: la gavetta era stata lunga, quasi quindici anni in radio e poi altri venti “all’ombra di Mike” come amavano scrivere i critici dell’odiato giornale che lo sbeffeggiava da anni nella pagina degli spettacoli.
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Federico Crosta era il grande vecchio. In redazione lo conoscevano tutti. Era il vicedirettore da cosi’ tanto tempo che nessuno sapeva dirlo con precisione: cinquanta, sessant’anni?
Conduceva Punto Notturno o PN, un podcast trasmesso alla mezzanotte di ogni giorno, che riepilogava i fatti salienti, commentando le notizie piu’ importanti. Punto Notturno era seguito da tutti in redazione e quindi anche io, in qualità di semplice stagista ero stata “invitata” a farlo, anche perché ero tra i meno fanatici della trasmissione. La ragione e’ presto detta: punto notturno era basata sul prendere di mira un argomento e smontarlo a suon di dati e fatti, mettendo in ridicolo l’ospite. L’azione era affilata e astuta, e quindi non tutti si accorgevano della strategia di Crosta, perche’ il rischio valeva la candela: come ne uscivi si parlava di te per un mese, anche se per me era uno spettacolo assurdamente surreale.
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Polifemo si sollevo’, mentre le pesanti porte dell’ufficio di GPT si aprivano. Il suo unico occhio rosso gigante, osservava privo di espressione la scena; poi con un ronzio appena percepibile le sue ruote gommate iniziarono a muoversi ed entro’ nell’ufficio.
GPT era composto da un gigantesco braccio telescopico a cui era appiccicato un occhio blu: la sua struttura fisica era ridotta all’essenziale perche’ non era previsto che si dovesse muovere piu’ di tanto, e inoltre questo conentiva un risparmio d’energia, che si stava riducendo sempre di piu'.
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