Stranger Things è una delle serie “cardine” di Netflix, creata nel 2015 e che festeggia in questi giorni la stagione 4. E’ importante perché è una proprietà intellettuale originale e completamente sotto il controllo di Netflix (che quindi può vendere pupazzetti, razzi, ecc).
Ho iniziato a guardarla in questi giorni, e benché non mi piaccia al 100%, devo ammettere che ha alcuni punti di forza e di originalità notevoli:
- Nella prima stagione accanto ai tre ragazzi di sesso maschile, ci sono tre protagoniste di sesso femminile molto diverse tra loro:
Winona Rider è una delle colonne portati, ma anche Natalia Dyer (oltre a Millie Bobby Brown) recita veramente molto bene. Per apprezzarle dovete ascoltarlo in lingua originale. - Alcuni dei personaggi secondari, per es il fidanzato di Nancy, benché abbia pochissimo peso nei primi episodi, è ben caratterizzato. In generale anche i personaggi secondari di Stranger Things sono tridimensionali, non sono scontati né prevedibili, oltre a recitare bene.
- E qui arriviamo alla altra caratteristica della serie, che fa paura ma in un modo molto diverso da come poteva far paura per es X-Files. Stranger Things è dannatamente imprevedibile. La regia e la trama usano il sonoro in modo aggressivo, ricordano un po’ le trasposizioni cinematografiche dei successi si Stephen King (si sentono echi di Shining in qualche montaggio, come nell episodio 6 della prima stagione, quando si scopre di più sulla madre di uno dei personaggi) ma anche della paura genuina dei primi successi di Spilberg (Poltergeist del 1982 è da vedere).
Questo la rende una serie che tende a far paura in modo più psicologico che “standard”, svelando pochissimo di sé.
Echi di E.T. e TheGoonies si vedono nelle sequenze dei bambini in bicicletta. - Infine essendo ambientata negli anni ’80 consente di vederla assieme ai genitori, che avevano più o meno la stessa età dei figli in tale periodo (!)
L’ambientazione qui è molto curata, forse più di altre serie come Americans (ambientata anch’essa negli anni ottanta)
Si vedono i poster di Top Gun che qualsiasi ragazza teneva in camera (a proposito è uscito Maverick) e le locandine de “La Cosa”. Inoltre non possiamo ignorare il manuale originale di Dungeons&Dragons, che si intravede nella prima puntata!
Tra i lati negativi c’è sicuramente una certa diluizione della trama, che però nella prima serie viene compensata circa a metà della narrazione.