Meloni da qui in avanti

Sono un fervente democratico. Penso che se Giorgia Meloni otterrà i voti, sia doveroso che diventi la responsabile del futuro Governo, e critico molto il fatto che il PD non abbia nemmeno proposto il premier, “per non essere divisivi”: come se discutere volesse dire litigare.

Su questo la destra è molto più serie della sinistra, nonostante sia stata sofferta da parte degli alleati la “cessione” dello scettro a Giorgia (con resistenze fin troppo estese).

Apprezzo anche il suo “riposizionamento” su posizione più filo europee e atlantiste, e fa anche un po’ tenerezza che si metta le mani nei capelli mentre il suo futuro ministro dell’interno propone di “ripensare le sanzioni alla Russia”, una idea folle di questi tempi…
Però basta tornare a Maggio 2022 per vedere su Twitter idee abbastanza poco “atlantiste”, tra cui rilanci contro il MES, la pandemia e in generale la “cessione di sovranità”.

Mentre i giorni passano, le idee più reazionarie fioccano (tra cui vietare la puntata di  PeppaPig che mostra una famiglia con due “mamme”).

 

Oppure idee fortemente restrittive della genitorialità (l’utero in affitto) con un linguaggio anche un po’ Fantozziano….

Anche l’opposizione continua alle misure di emergenza per contenere il Coronavirus sono poco intelligenti: un conto è cavalcare l’onda da bar, un conto è capire che c’è un rischio preciso per una parte della popolazione (anziani sopra i sessant’anni) e quel punto, decidere se continuare con le chiacchiere da bar o se iniziare a dire che se la comunità scientifica, se tutto il primo mondo adotta una pratica, non sarà certo perché il Governo con cui dissento vuole attuare un sopruso sul mio corpo, no?

Sarà forse perché è la cosa più razionale da fare, no?

 

 

Tutto questo infarcito di rilanci di cronaca dove c’è sempre un immigrato violento che ammazza/stupra/uccide qualcun’altro, mentre nella realtà quotidiana non è il Bronx del 1980… e non sto dicendo che l’immigrazione non vada gestita meglio, sto dicendo che non è una priorità al momento né lo era a maggio.

E’ possibile dare a Giorgia una responsabilità così grande, mentre continua a perdersi?
E’ credibile come leader? Come diceva Guzzanti in Quelo, “c’è grossa crisi” anche tra il futuri premier.

One thought on “Meloni da qui in avanti

  1. Commentiamo con questo primo articolo il risultato delle elezioni 2022, che vedono la vittoria di Fratelli d’Italia, anche a “scapito” dei suoi alleati, una “tenuta” rispetto alle aspettative dei M5S, mentre una cocente sconfitta di PD e Lega.
    C’è una cosa che non supporto nella retorica di Meoloni e Salvini: l’idea che esista un “canone” di famiglia, religiosità, sessualità, e che chi non si uniforma sia “fuori” dai loro circoli, anziché una persona da accogliere.
    Lo stesso si potrebbe dire anche per la sinistra politically correct, che a mio avviso a spinto troppo sui concetti di identità liquida creando una certa confusione sarebbe altresì necessario che sia ancora possibile fare satira su questi argomenti, e invece sembra proprio che una certa cultura condanni qualsiasi battuta; per es la serie Friends vista con gli occhi di ora è piena di body shaming e sessismo… ma fa satira appunto sulla società e la sessualità, per cui a nostro avviso non è negativo a meno di non prenderla seriamente.
    Non fraintendetemi: ritengo che per quanto riguarda l’identità sessuale ognuno possa definirsi come vuole (etero, bisessuale, maschio che si sente donna, e viceversa) nei limiti del rispetto degli altri.
    
    In questa faglia culturale si innesta il “Fascita puccioso“, il ritorno a una visione chiusa e limitata (patria, famiglia, religione) che ha fatto la fortuna di un certo leghismo della seconda fase, e di cui ora Giorgia Meloni tenta di raccogliere i frutti, pittandosi la faccia di europeismo-friendly last minute

    Ma l’Europa è una delle nostre ancore di salvezza: senza l’Europa, questo paese sarebbe ancora più povero e segmentato in lobby che non si disturbano a vicenda, inorridito dall’idea di concorrenza, e quindi anche di meritocrazia. E senza merito vincono le raccomandazioni, la mobilità sociale di annulla e la speranza di migliorare la propria condizione economica si riduce a zero (che guarda caso è quello che succede al Sud d’Italia, dove l’emigrazione è un obbligo più che una scelta).
    Tutte queste cose ci avrebbero reso una democrazia a metà. Se poi a questo si aggiunge l’impossibilità di creare leggi civili migliori (miglior rispetto per la donna, per es non rendendo prescrivibili i reati di natura sessuale, limitando fortemente l’obiezione di coscienza per la legge sull’aborto, introducendo più meritocrazia nell’insegnamento, ecc) non ci stupiamo se siamo in rincorsa, dietro Germania e Francia.
    Evitate anche idialliaci visioni di “quando c’era lui”, perché non si stava meglio, si stava peggio.

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