Guerra Globalizzata

[UPDATE 14/3]  Il conflitto Ucraina-Russia potrebbe dimostrarci quanto, all’alba del XXII secolo, in una economia saldamente globalizzata, gli eserciti abbiano ancora il loro peso, ma non siano più l’unico terreno di scontro.

L’economia interconnessa dei pagamenti, le reti informatiche e i social sono gli altri tre terreni dove si gioca una partita, molto più scivolosa e dinamica.

Intendiamoci: questa è una guerra impari, e le probabilità che l’Ucraina possa farcela è quasi zero. E altresì probabile che al termine della guerra, torneremo a commerciare con la Russia, poiché le risorse energetiche e minerarie che  possiede sono troppo indispensabili per l’Europa, anche se nessuno sa quando questo avverrà.

Non è un caso che l’Italia in questo momento sia defilata: non abbiamo potere contrattuale verso la Russia, anzi ne siamo fortemente dipendenti dal punti di vista energetico.

E’ pur vero che questa doveva sembrare a Putin una guerra lampo, facile da vincere: invece sta durando da quasi un mese, nonostante lo sforzo ciclopico dell’esercito Russo.

I video diffusi in rete con cui gli Ucraini mostrano gli aerei abbattuti creano una percezione di debolezza apparente della Russia, che difatti sta alzando il “livello dello scontro”, in poche parole sta diventando sempre più brutale verso civili inermi o soldati che difendono la capitale Kiev.

Un libro molto antico, l'”Arte della Guerra” di Sun Tzu (gratis in formato elettronico su Amazon) che tratta di filosofia e strategia militare, ci insegna a non mettere mai un nemico con le spalle al muro, senza via di fuga, altrimenti sarà assai più difficile batterlo: ed è esattamente quello che sta scoprendo la Russia a sue spese.

 

L’Europa e gli USA, pur non entrando formalmente nel conflitto hanno attuato una serie di sanzioni senza precedenti, che isolano la Russia sia economicamente che culturalmente.
In questi giorni si parla addirittura di rischio di default per lo stato russo (che sarebbe imbarazzante per un paese Comunista…).

La pandemia ha dimostrato nel nostro piccolo che non tutto può essere globalizzato: la carenza della mascherine (prodotte tutte in Cina, inizialmente) ha costretto i vari stati a ripensare le loro priorità e strategie.

Da questo punto di vista l’Europa, muovendosi in modo unito ha dimostrato di avere una rapidità superiore al previsto; sulla forza del blocco Europa-America è ancora presto per esprimersi, ma invece di una guerra lampo, l’Ucraina si sta lentamente trasformando nel Vietnam Russo.

UPDATE 9/3 E poi c’è la storia delle magilette…

Wojciech Bakun, sindaco di una città polacca i bordi dell’Ukraine critica pubblicamente Salvini, tirando fuori una maglietta che ritrae Putin, e che Salvini aveva messo tempo addietro, in una fase in cui dichiarava di essere suo “fan”