La nuova destra che può nascere dal coraggio di Fini

Non siamo stati teneri con Fini negli anni passati, e abbiamo coniato l’espressione “impotenza politica” per la destra che vedevamo nel 2007.

Lo strappo che si è consumato oggi tra Fini e Berlusconi è significativo, perché per la prima volta nella sua vita politica Fini ha osato sostenere con forza e determinazione le sue idee, e la reazione di mr Brelusca è stata non la discussione ma l’epurazione. C’è anche da dire che la sete di legalità, di correttezza, di libertà della stampa invocata da Fini erano e rimangono sacrosante.

E’ penoso vedere come persone di basso profilo (come Gasparri) si siano vendute alla causa del Pdl senza nemmeno un po’ di amor proprio.
Perfino il Casini-persona-per-bene può vantare una indipendenza psicologica migliore rispetto ad alcuni loschi figuri in slasa P3 le cui gesta vengono snocciolate di continuo dalle inchieste.

Ezio Mauro scrivoe oggi su Repubblica che

[…]la rete larga di opinione, di istituzioni e di politica che ha detto no al sopruso berlusconiano rende di fatto impossibile il ricorso da parte del Cavaliere all’arma fine di mondo, le elezioni anticipate.[…]
Da oggi, il creatore del Pdl torna ad essere una creatura politica come le altre, mentre anche a destra comincia finalmente la stagione inedita del politeismo, che porterà per forza al rifiuto del vitello d’oro: è solo questione di tempo.

Ezio Mauro parla di politeismo, noi preferiamo parlare di un più umile “pluralismo”, poiché checché ne pensi mr Brelusca, lui non è Dio, e probabilmente dopo questa rottura potrebbe anche non riuscire a diventare presidente della Repubblica presidenziale.

Voglio dare un monito alla nuova destra di Fini: ricordate che nel Brelusca World non importa cosa si vota, importa lo status quo di mr Silvio Berlusconi: tutto il resto è strumentale all’esistenza del modus pensandi e vivendi di Brelusca.
Bossi forse è l’unico che è disposto a pagare un prezzo così alto, forse perché il suo “federlaismo” è solo una cariatide priva di qualsiasi realtà: se persone come Tremonti tagliano i finanziamenti alle regioni, interpretano il Federalismo come un modo per punire chi li ha eletti per realizzarlo.

Ma qui su Gioorgi continueremo a vigilare…