Decisionismo

Il Governo Berlusconi continua ad essere apprezzato per il suo decisionismo. In modo rapido il governo ha rimosso la spazzatura a Napoli, approvato decreti legge per migliorare la sicurezza e si sta preparando a mandare l’esercito contro la mafia.

La velocità attuativa del governo odierno è maggiore rispetto al passato.

E’ indispensabile però osservare che tale rapidità è ottenuta attraverso lo strumento dei decreti legge.I decreti legge dal punto di vista costituzionale sono pensati per attuare procedure “urgenti”, poiché richiedono solo l’approvazione del consiglio dei ministri, e non del parlamento.

I decreti legge devono poi essere ratificati dal parlamento, altrimenti decadono dopo due mesi circa (possono essere reiterati, ma in ultima istanza devono essere approvati).

Un governo che si serva frequentemente di decreti legge tende ad esautorare il ruolo del parlamento e del capo del governo. La ragione è presto detta: il parlamento è il luogo deputato alla discussione, ed il consiglio dei ministri non si può sostituire al parlamento.

Non è un caso che su LaStampa del 7 ottobre sia stata pubblicata una lettera del Presidente Napolitano, che con forza rimarcava questi aspetti:

Gentile Direttore,
ho vivamente apprezzato
[…] (la)  preoccupazione
per ogni erosione delle
prerogative e degli equilibri costituzionali.
In Italia si governa – come in
tutte le democrazie parlamentari
– con leggi discusse e approvate
dalle Camere nei modi e nei
tempi previsti dai rispettivi Regolamenti,
e solo «in casi straordinari
di necessità e di urgenza»
condecreti (cioè «provvedimenti
provvisori con forza di legge»)
che al Parlamento spetta decidere
entro sessanta giorni se convertire
in legge. Continuerò a
esercitare a questo proposito –
nessuno ne dubiti – con rigore e
trasparenza le prerogative attribuitemidalla
Costituzione.
Da La Stampa del 7 Otttobew 2008, “DECRETI,
VIGILERO’ CON RIGORE

E non è un caso che il 2 ottobre qualcuno abbia inserito in un decreto legge un codicillo salva-Geronzi:

[…]Con un semplice, e in vero anche mal scritto, articolo 7bis che modifica la legge Marzano sui salvataggi delle grandi imprese e quella sul diritto fallimentare del 1942. L’emendamento dice che per essere perseguiti penalmente per una mala gestione aziendale è necessario che l’impresa si trovi in stato di fallimento.[…]

Tutto questo è causato dal fatto che i decreti legge non vengono analizzati e discussi dal parlamento, e quindi è più facile infilare al loro interno norme lobbistiche o vessatorie.

Se a questo si aggiunge che in questo consiglio dei ministri ci sono personalità nuove e giovani (la Germini per esempio è alla sua prima esperienza politica, come anche la Carfagna) si capiscono i dubbi che nascono da questo tipo di organizzazione che il governo si è dato.

Purtroppo in italia la presenza di due camere e l’iter parlamentare si sono dimostrati altamente ineffettivi.
Il precedente governo Berlusconi impiegava mesi per approvare leggi promulgate da un’ampia maggioranza, anche quando non venivano approvati emendamenti di sorta. E nonostante questo tale legislazione è stata una delle più veloci dal punto di vista meramente tecnico.

Non è nostra intenzione difendere ad oltranza la struttura a doppia camera (deputati+senatori) che si sta dimostrando troppo lenta per reagire ai cambiamenti sociali ed economici in corso. Ben venga quindi un cambio in questa direzione…ma con le dovute cautele.

La politica dei decreti legge ha anche uno scopo più raffinato, che a nostro avviso mira ad una profonda revisione costituzionale.
Tale modus operandi può diventare strumentale per promuovere lo spostamento verso un cancelleriato forte alla tedesca od una repubblica presidenzialista.  Difatti al momento il parlamento è fortemente inattivo, e anche il Presidente della Repubblica ha un potere ridotto, poiché la sua capacità dialettica e di controllo è inferiore sui decreti leggi rispetto alle leggi normali.

La tentazione di un rafforzamento dei poteri del governo a scapito di un parlamento “lento” sarebbe ghiotta visto che al momento la politica decisionista si sta dimostrando veloce, pratica e piacevole per i cittadini.

Ma siamo sicuri che sia una strada praticabile sul lungo periodo?