Referendum costituzionale: la vittoria del NO

Il Referendum del 25 e del 26 giugno, sulla ratifica delle modifiche alla costituzione volute dalla destra e’ un segnale forte, ma la sua lettura politica e’ difficile.

E’ probabile che la vittoria sia stata possibile grazie all’appoggio dell’elettorato conservatore cattolico, che ha agito in modo trasversale da destra verso sinistra.

Poiche’ il quesito di voto era molto lineare (un si od un no), e’ difficile scorporare con precisione le varie componenti politiche. Quello che si puo’ dire di sicuro e’ che le riforme richieste dalla Lega non sono in linea con la volonta’ del paese. Forse la maggioranza degli italiani non vuole piu’ vedere un Castelli od un Calderoli al governo.

Personalmente sono sollevato, e penso che un dialogo con la destra progressista sia l’unica strada perseguibile dal governo Prodi, anche sul medio periodo.
E’ invece necessario isolare e liquidare le componenti secessioniste Italiane, che rimangono forti ma solo per ragioni storiche (l’unita’ d’Italia e’ stato un sentimento sempre molto, troppo debole).

La cosa migliore sarebbe creare una costituente (indicendo elezioni apposite) ed evitare commissioni o bicamerali, che hanno gia’ rovinosamente fallito.
In tale contesto gli zappaterra leghisti avrebbero difficolta’ ad emergere in modo chiaro, e si neutralizzerebbero da soli.
Invece in altre configurazioni il peso della Lega e’ superiore: un appoggio esterno al governo Prodi e’ una caramella troppo succulenta per la parte centrista (Rutelliana?) della maggioranza.
La destra non e’ in grado di procedere in modo compatto per molto tempo, a meno che Berlusconi non rinserri nuovamente le fila… cosa che io eviterei visti i malumori interni.
Staremo a vedere!