Manovra che fa manovra

Dopo averci fatto perdere quasi tre settimane a discutere della manovra, il governo l’ha cambiata almeno per tre quarti.

Le nuove proposte prevedono:

  • l’abolizione delle province (ma non avevano appena votato per tenerle, anche con il placet dell’opposizione?!)
  • il dimezzamento dei parlamentari. Questa è un’ottima cosa
  • l’abolizione del contributo di solidarietà
  • una fantomatica lotta all’evasione fiscale “scaricata” sugli enti statali (comuni, regioni, visto che le province se ne smammano). L’ipocrisia qui è dovuta al fatto che siamo passati dal paese che “”
Il premier non vuole l’aumento dell’IVA, ma mancano all’appello quasi 5 miliardi, e quindi molto probabilmente tale aumento ci sarà.
Della manovra presentata tre settimane fa c’è rimasto solo un quarto circa: ci chiediamo come la BCE possa vedere un azione di questo tipo, e i mercati come possano darci credibilità.
La maxi-patrimoniale paventata è diventata un giro di vite sulle società di comodo alle quali i lavoratori autonomi intestano spesso appartamenti, auto di lusso e barche.
Oltre a questo, gli statali e le coop sono le entità più vessate. L’attacco alle coop è ovviamente un attacco a quella modalità di fare business cara alla sinistra, e anche la “vessazione” degli statli rientra in questo progetto.
In sintesi da un lato si riduce l’attacco al ceto medio, ma dall’altro ci si indirizza verso una politica a basso/nullo investimento sul futuro. E’ forse venuto il momento di riconoscere che Berlusconi con i suoi 75 anni di età non è quella forza giovane e fresca che ci serve per uscire dalla crisi?