Apple – iPad: la vera strategia

iPad

C’è stata molta eccitazione intorno alla presentazione dell’iPad da parte della Apple.

Il prodotto finale risulta una specie di “iPhone più grosso”, con funzionalità simili al Kindle di Amazon, che ovviamente consta circa 200 dollari di meno.

E allora dove sta la novità, la geniale lungimiranza di Steve Jobs?

In realtà l’iPad è un passo avanti nel tentativo di creare un ecosistema che faccia terra bruciata dei concorrenti, come già è successo per l’iPhone (“il solito cellulare touch…”ricordate?): vediamo perché.

Per analizzare le vere intenzioni di Steve Jobs, soffermiamoci facendo due analisi distinte sull’hardware e sul software dell’iPad

Dal punto di vista hardware, l’iPad monta un chip custom prodotto da Apple (A4); dobbiamo arguire che se avrà successo Apple inizierà a produrre una linea di chip propria, che magari potremo trovare dentro i prossimi MacBook e iPhone, con conseguente innalzamento dei margini di guadagno della società di Cupertino.

Si ricordi che Apple ha cambiato vendor di chip tre volte negli ultimi 15 anni (da Motorola a IBM PowerPc, per poi andare nelle braccia di Intel).

Anche la scelta del iPhoneOS (invece che di MacOSX) è chiaramente orientata a progettare un ecosistema di sistemi embedded che montino un sistema operativo stabile, con una API ben definita.

Dal punto di vista software l’iPad è compatibile con tutte le applicazioni per iPhone; non solo, la demo fatta suggerisce che le applicazioni che fanno uso della grafica vettoriale 3D dell’iPhone verranno automaticamente riscalate sullo schermo dell’iPad, avendo un aspetto migliore.

Al momento l’AppStore vende applicazioni per iPhone che veleggiano globalmente su tre segmenti di prezzo:

  • “Cheap application” tra 0,79 e 3 euro/dollari
  • Medium  Prices, per es giochi di un certo profilo (come quelli della Gameloft) intorno ai 5-6 euro
  • Over Priced, applicazioni come TomTom, che arrivano a 60 euro (TomTom Italia) o 100 (TomTom Europa)

Alcune società si sono lamentate del fatto che gli entry price (0,79-3 euro/dollari) non sono sufficienti per generare un ritorno a lungo termine (si cerchi il blog dei creatori di Ocarina)

L’iPad si propone come un apparecchio su cui le applicazioni saranno venduti a prezzi intorno agli 8 euro/dollari, cioé a più del doppio del prezzo di una entry application per iPhone.

La Apple sta quindi creando un mercato di applicazioni variegato, che vanno da:

  • Giochi consumer per iPod Wheel
  • Applicazioni e Giochi per iPod Touch e iPhone
  • Applicazioni e Giochi di fascia alta per iPad

Il concorrente di Apple è il Kindel di Amazon, in stato embrionale (non ha né giochi né applicazioni sofisticate come quelle per iPad).

Ovviamente vendere eBook per Apple è stato uno scherzo, visto che già addirittura vendeva audiolibri (e aveva perfino apposite applicazioni per iPhone sviluppate da terze parti!).

Un altro potenziale competitor nel segmento mobile è Nokia, che però da’ segnali di smarrimento e  paura (come per esempio la mossa di svendere completamente le mappe di NokiaMaps, che società come TomTom invece si fanno pagare… che strategia di guadagno può avere Nokia?).

Ora facciamoci una domanda: supponiamo di avere 100 euro e due sviluppatori di media capacità con a casa due Mac.

E’ più profittevole investire 100 euro nella licenza annuale per vendere applicazioni per iPhone/iPad, e impararsi ObjectiveC, oppure tentare di sviluppare per Nokia Symbian o Windows Mobile, che hanno una prospettiva di ritorno assai più lunga?

In poche parole, una applicazione per iPad venduta intorno ai 12 dollari ha una curva di breakeven molto più rapida di una applicazione per le altre piattaforme.

Anche Google Android sta perdendo terreno rispetto alla visione dell’iPad.

Per cui non importa che l’iPad abbia successo: basta venderne un numero sufficiente per creare un mercato potenziale, poi il resto si vedrà. Nessun NetBook ad oggi può vantare un simile mix di mercato+store di applicazione+software tools.

Dal punto di vista comunicativo, sbeffeggiare all’inizio del KeyNote i NetBook serve proprio a scongiurare/scoraggiare che qualche produttore di software (come Microsoft) trasformi i NetBoook in piattaforme competitive verso l’iPad.

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