La tattica comunicativa del grande B

Sono sempre rimasto sorpreso da come il grande B (Silvio Berlusconi) abbia svecchiato la politica sia dal punto di vista linguistico che da quello “comportamentale”.

Mentre dal punto di vista linguistico è giù stato detto molto, dal punto di vista comportamentale in pochi hanno analizzato la modalità di interrelazione del grande B: in parte perché è molto raffinata e complessa, ed in parte perché bisogna essere veramente svegli per rilevarla ed accorgersi che non è casuale, ma calibrata in modo tattico.

Alla redazione di Gioorgi.com pensiamo di avere molto da imparare dal grande G (più di quanto si potesse imparare da Giulio Andreotti o da Bettino Craxi) e quindi proviamo a dare una modesta descrizione della tattica comunicativa del  grande G.

Dico e smentisco

La prima modalità operativa consiste nel fare una conferenza stampa, fare intendere che si farà qualcosa di estremo (per esempio “polizia nelle scuole”). Poi appena la notizia viene pubblicata, la si smentisce.

I giornalisti sono così avvezzi a estremizzare quello che si dice, che questo gioco è di una facilità estrema, soprattutto se avete un pò di potere politico ed economico. Difatti il giornalista prende le voste parole allusive, le estremizza per vendere e si ritrova in mano con una bella esclamazione.

A quel punto al politico  basta dire che lo si è travisato ed il gioco è fatto.

L’effetto sull’elettorato però è sottile: agli elettori a cui piace la risolutezza resterà impressa la prima affermazione, mentre i moderati apprezzeranno la rettifica.

Parlare per opposti

Dire che “Mussolini è il più grande statista del secolo” e poi affermare che “l’alleanza con Hitler fu un errore” è un modo sottile di implementare la schimesi degli opposti.

Essa consiste nell’affermare due cose opposte a distanza di 24 o 48 ore. Nei bailamme mediatico, l’elettore prende quello che gradisce e ignora il resto. Questa tecnica è stata usata in passato da Fini, durante il traghettamento di Alleanza Nazionale verso posizioni più moderate.

Linguaggio diretto e populista

Il merito di Belrusconi è quello di avere un linguaggio diretto, comprensibile e realistico. In questo schema Silvio inserisce piccoli incisi di verità che in realtà sono semplici opinioni:

  • “E’ inaccettabile che il mio partito abbia lo stesso tempo degli altri…” a proposito del tempo concesso nelle tribune elettorali televisive. Era il 1992, ed è una evidente falsità perché…è la base della democrazia!
  • “E’ intollarabile che io eletto dal popolo, venga persegutiato dai giudici….”
    Incredibile a dirsi, ma i giudici in Europa non venogno eletti ma vincono un concorso pubblico in cui devono dimostrare di saper interpretare le leggi. I giudici non si inventano nulla: il loro è un lavoro che richiede equilibrio, competenza e molta temperanza. Non c’entrano nulla con il concetto di elezione dal popolo