Apple la strategia del 2010

Abbiamo fatto una rapida analisi dell’ Apple iPad in un articolo precedente: vediamo questa volta come l’iPad si inserisce in una possibile strategia globale dell’azienda di Cupertino.

La maggior parte delle osservazioni che faremo sono corroborate da accadimenti storici, il resto sono previsioni di breve termine ma illuminanti.

La Apple inizia ad allargare l’insieme dei dispositivi prodotti con i primi iPod. Quando Steve Jobs presenta l’iTune Music Store, molti avevano tentato invano di vendere musica su Internet in modo convincente.

Si badi bene che l’iPod, lanciato nel 2001,  non era innovativo: esistevano già lettori MP3 come il Creative Nuvo, ma l’iPod aveva ai tempi una capacità di memorizzazione di massa assai superiore (il Muvo stava sui 64-128MB, mentre il primo iPod aveva ben 5Gb di spazio). E difatti costava in modo osceno.

E stranamente (!) l’iPod si poteva anche colleagare ad un PC-Windows. Questa apertura, contraria al mantra dell’all-closed, vedremo che tornerà a ripetersi, difatti  Jobs è arrivato a vendere musica in formato sprotetto qualche tempo fa  (DRM-free) e questo ha avuto un successo notevole.

Allo stesso tempo, Apple ha dovuto affrontare la concorrenza di Microsoft verso i lettori Mp3 ed il mercato musicale indotto, e Microsoft aveva già snidato concorrenti del calibro di Sony e Nintendo nel profittevole mercato dei videogame.

Apple aveva un vantaggio su Microsoft: sull’iTune Store,  aveva iniziato ad essere  venduti giochi per gli iPod. Tali giochi erano circa una ventina, venivano rilasciati lentamente (tipo 1-2 al mese) al prezzo di 5 euro circa. I creatori di tali giochi erano aziende di grandi dimensioni (Namco, EA Games ecc) e non piccoli produttori indipendenti.

La Apple a questo punto cambia strategia: il 9 gennaio 2007 diventa una società che vende dispositivi di design, e cambia nome da “Apple Computer Inc” a “Apple” e basta, e nel medesimo evento presenta l’iPhone.

Anche in questo caso si tratta di un prodotto “già visto”: un cellulare touch, ma si rivelerà un successo mondiale dopo qualche ritocco (grazie all’aggiunta di UMTS e ricevitore GPS).

La Apple non sta ferma, e forte dei suoi successi (lo Zune ha un mercato ridotto e compresso, in pratica non ne parla nessuno)  rilascia insieme all’iPhone l’AppleStore.

Per inciso nel 2009 la Sony troverà sulla strada della sua PSP Go proprio l’iPhone: il numero di giochi di qualità per il piccolo melafonino è di gran lunga superiore a quella di Sony e Nintendo messe assieme per le rispettive console portatili!

La Asus rilascia il primo Netbook nel 2007, e si tratta di un prodotto rivoluzionario: ad un costo ridottissimo (300 euro) include un computer con WebCam, connettività Wi-Fi & Bluetooth, tre porte USB e uno schermo LCD accettabile. Inoltre monta un lettore di schede di memoria usate tipicamente per le macchine fotografiche digitali consumer. La Asus provoca anche la Microsoft, installando sui primi modelli un sistema Linux end user e offrendo come software per la posta elettronica un banale link web a GMail. Il piccolo Asus monta anche OpenOffice in versione completa.

Le conseguenze della nascita dei NetBook sono immense. Sintetizzando, si viene a creare un mercato di PC ultra portatili con un costo tra i 300 ed i 500 dollari. Un’intera classe di clienti potenziali che non avevano interesse a spendere 800 o 1000 euro per un PC, sono disposti a spendere 300 euro per un PC bianco che ricorda un Mac, può leggere le foto scattate con la fotocamera e connettersi ad Internet senza fili.

Oltra a ciò, i portatili che normalmente costavano 700-800 euro iniziano ad essere prezzati verso i 500-600 euro, e nel giro di meno di due anni tutte le società di laptop (HP, Acer, ecc) si mettono a produrre NetBook.

Il terremoto si propaga anche in casa Microsoft: pur di non perdere terreno a Redmond concedono licenze di WindowsXP come se piovesse (benché fosse stato dichiarato fuori mercato), suicidano Vista e si preparano a far uscire Windows7, che potrà girare con soli 2GB di RAM e mettere la parola fine a tutto questo.

Si noti che è la prima volta in un mercato di questo tipo dove un nuovo sistema operativo richede meno memoria del predecessore. Microsoft in particolare ha sempre cavalcato l’onda lunga dei miglioramenti hardware, e in questo caso invece si trova costretta a ottimizzare il suo software (spendendo denaro) pur di scalzare Linux e Google dai NetBook.

Scommettiamo che anche la Apple  vede il NetBook come fumo negli occhi? I NetBook possono creare un mercato di prodotti hardware a basso costo, e tanto per dire c’è chi compara un Mac Air ad un Asus EEE-PC. La comparazione è inquietante: un Asus EEE-PC ha certamente uno schermo ridotto, ma ha più porte USB, le stesse connettività e pesa in modo comparabile!

Parallelamente, nascono come funghi applicazioni per iPhone che consentono di leggere libri, come Stanza e WattPad. Anche Amazon è costretta a fare una versione software del Kindle per iPhone, facendo concorrenza a sé stessa.

In questa ottica l’iPad è chiaramente un modo per affermare: “Il NetBook ha una batteria che dura poco, è piccolo, e non puoi leggerci i libri agevolmente. Tu cliente atipico comperati invece un iPad che ha uno schermo mediamente uguale (9 versus 10-11 pollici) ed ha già un mercato di applicazioni immenso (iPhone+ quelle specifiche), la sua batteria dura tantissimo, è cool, ci puoi disegnare a mano libera e ha le applicazioni fondamentali (posta, calendario, iWork….)”.

L’iPad è importante per Apple anche per un’altra ragione: Apple ha sempre perso nel mercato dei PC fissi, mentre i suoi portatili si vendono molto bene. Quindi l’unica soluzione per vincere è negare il mercato dei PC fissi. Ora Apple ha completato la catena: partendo dagli iPod si passa agli iPod Touch, agli iPhone, agli iPad ed infine ai MacBook. Non c’è spazio in mezzo per nient’altro: il gap aperto dai NetBook è stato chiuso.

L’iPad è iPhone-retro compatibile, per cui qualsiasi applicazione 3D sviluppata per iPhone girerà in modo soddisfacente (magari con texture un po’ sgranate e ottimizzate con antialias…) e quindi Apple si tiene stretti gli sviluppatori del suo AppStore. Non solo, Apple  li incoraggia a vendere applicazioni a prezzi doppi del normale per iPad (8-10 dollari contro la media di 4-5 dell’iPhone high end) senza alcuna valida ragione. Per rafforzare questa idea ha riscritto iWork per funzionare su un sistema embedded (iPhoneOS).

Difatti senza iPad si potrebbe anche creare un mercato di applicazioni per i NetBook: riflettiamo sul fatto che presto il numero di NetBook supererà quello dei PC di fascia alta per ovvie ragioni: i NetBook costano sempre la metà dei PC portatili, sono offerti da praticamente ogni marca (per cui chi ama HP può comperare un HP, e chi ama un Acer…) e se hai un SDK per Windows7 puoi scrivere applicazioni rapidamente!

In conclusione, è difficile dire se l’iPad sarà un successo, anzi è molto incerto il suo futuro. Ma la strategia di Apple è molto chiara, e possiamo aspettarci innovazioni stimolanti anche dai concorrenti (Asus, Microsoft, Nokia e Amazon in testa)

Altri Riferimenti

Ad Inizio Febbraio, Murdoch ha fatto capire di non gradire il modello ultra-economico alla base degli e-Book, che offre  i libri elettronici a meno di 10$.
“We don’t like the Amazon model of selling everything at $9.99,” Murdoch said. “They pay us the wholesale price of $14 or whatever we charge,” he said. “But I think it really devalues books, and it hurts all the retailers of the hardcover books.'”