Un uomo per tutte le stagioni?

Domenica sera ho seguito con interesse l’intervista a Romano Prodi, e c’è stata un’affermazione molto amara.
Prodi, dopo essere stato premier per due volte, ha concluso che è venuto  il momento di “dare spazio ai giovani”, e che quindi il rinnovo della sua tessera del PD non andrà interpretato come una nuova potenziale discesa in campo, anche se non ha nascosto che continuerà a fare una qualche forma di politica attiva all’interno del partito democratico.

Prodi ha esplicitamente dubitato della scelta di Veltroni di correre da solo. A nostro avviso la scelta di Veltroni è stata coraggiosa ma, come spesso gli è capitato, incompleta: la scelta di includere Di Pietro  nella formazione (che poi è uscito dal gruppo parlamentare) ha vanificato completamente le intenzioni dell’ex-segretario.

Prodi è stato e rimane il fautore di una coalizione ampia, che abbracciasse anche le ali estreme: storicamente questa sua prerogativa lo ha portato a gestire per due volte governi ampiamente instabili: il suo ultimo governo cadde per mano di Clemente Mastella, segretario di un partito ampiamente insignificante dal punto di vista numerico.

Prodi però è stato l’unico statista che ha fatto vincere la coalizione di sinistra, e ha saputo farla uscire dalle posizioni arroccate. Non si dimentichi che il centrosinistra ha sempre e solo vinto con Prodi.

Il PD fatica a uscire da una visione da “Comitato Centrale”: le primarie sui delegati che si sono svolte (sempre questa domenica) non sono significative poiché il comitato centrale avrà l’ultima parola.

La critica a questo modello vetero comunista  punge nel vivo un partito in grande affanno e un pò troppo retrò, che speriamo sappia prendere in mano le redini di un opposizione progressista.

Il discorso non è se il modello ulivista si a meglio di quello veltroniano: se abbiamo Franceschini come presidente, è evidente che il partito si sta ricentrando verso il centro, nel tentativo di trovare un nuovo Prodi.

Ma attenzione: Prodi è stato usato in modo strumentale da alcuni dei suoi alleati, nella speranza di poterlo “sostituire” una volta che la coalizione di centro sinistra si fosse assestata.

Il risultato è stato che hanno perso tutto, e hanno regalato per la seconda volta il paese agli avversari.