Gomorra di Saviano

Ho appena finito di leggere il libro “Gomorra” di Roberto Saviano, preferendolo al film. Il testo è denso, e in alcuni punti leggermente frammentario. “Gomorra” però è un ottimo esempio di quel giornalismo sul campo, fatto da un giovane ragazzo (Saviano è nato nel 1979) che non si accontenta e arriva fino nel cuore della realtà in cui vive.
E’ un tipo di giornalismo che ricorda molto Enzo Biagi, e che fa additato come esempio ai giovani scrittori di oggi come di domani.

All’inizio non avevo molta voglia di leggere “Gomorra”, perché pensavo dicesse le solite cose che si sanno sulla mafia, tipiche di un vecchio film come “il Padrino” o “Scarface“. Invece il testo è molto diverso, ed estremamente istruttivo, per capire come è fondata l’economia criminale, e getta anche una luce oscura sui piedi su cui si poggia il sistema economico italiano.

Ci sono alcuni aspetti che rendono il testo di Saviano attuale, e che meritano approfondimento:

  • Il capitolo “Sistema”, che è il vero nome dell’ndrangheta, e fa riferimento al complesso sistema su cui si fonda questo tipo di organizzazione criminale
  • la tattica del discredito, usata contro Don Giuseppe Diana, dopo averlo ucciso nel 1994. Questa è legata alla consapevolezza del potere dei media da parte dei boss, attenti a identificarsi con i simboli del potere massificati dalla realtà di Hollywood

Il sistema

L’aspetto più inquietante del sistema consiste nel modo in cui esso cresce e si innerva nell’economia reale, e non solo in quella del nostro paese. Per capire come funziona, esso va seguito da capo a piedi, iniziando dalla forza lavoro, che si trova con drammatica facilità.
Secondigliano è un luogo ove la disoccupazione è tale che i corrieri della droga vengono pagati regalando loro la moto che usano per fare una decina di viaggi Napoli-Roma, trasportando panetti di coca. Il sistema si alimenta quindi con manodopera a prezzo bassissimo, che trasporta il bene illegale con il profitto più alto. La cocaina è la principale merce di scambio per procurasi armi, e viceversa. Questi due beni sono la faccia della stessa monete con cui si fonda il potere della criminalità.
Il giro di denaro che viene mosso funziona da economia parallela: è la ndrangheta che fornisce prestiti a interessi bassi (2-4%) a imprese illegali che producono beni per l’industria della moda. E sempre il Sistema fornisce ai dipendenti che lavorano in nero, in stato di estrema indigenza, il mutuo per comperarsi la casa.

Il sistema non è chiuso in sé stesso: agisce in regime di monopolio per la produzione del cemento, ma contrariamente a quello che si possa pensare, tale monopolio camorristico è in grado di offrire a prezzi bassissimi i suoi servigi, rendendosi competitivo in tutta italia. E la ragione è presto detta: la stessa società che produce cemento funziona da paravento per il mercato della droga, e quindi i profitti illeciti “drogano” il mercato reale, alterandolo profondamente. Ma l’aspetto più inquietante è la vastità di questa azione, che è resa qui in tutta la sua potenza.

Il mercato della droga infine diventa un terreno di investimento redditizio anche per i pensionati: difatti investire in droga è molto più proficuo che in buoni postali. Ogni tanto l’investimento si può “perdere” a causa dei sequestri della polizia, ma ovviamente capita di rado.

Effetto Hollywood

Il secondo aspetto inquietante introdotto Saviano, riguarda la capacità che hanno i boss di gestire la loro immagine pubblica. Se un singolo osa opporsi al potere, non va solo eliminato; per evitare che si trasformi in un simbolo, in un esempio di decadente ribellione, viene infangato il suo nome, viene fatto serpeggiare il sospetto che avesse fatto qualcosa di male per “meritarsi” il trattamento dei clan.

In definitiva, “Gomorra” è un testo che suggerisco a tutti, e che porta alla luce fatti troppo spesso ignorati.

Riferimenti

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